Possiamo sempre far qualcosa - Gli studenti del Liceo Scientifico "Amedeo Avogadro" di Roma incontrano il sen. Achille Serra

Possiamo sempre far qualcosa - Gli studenti del Liceo Scientifico "Amedeo Avogadro" di Roma incontrano il sen. Achille Serra

L'incontro del senatore Achille Serra con gli studenti del Liceo Scientifico Avogadro di Roma inizia, come di consuetudine, con il filmato che racconta in breve Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Le immagini del TG1 del 23 maggio 1992, seguite dal volto sorridente di Giovanni Falcone e da quello teso di Paolo Borsellino dopo l'uccisione dell'amico, suscitano nel senatore un sorriso triste.
<Difficile parlare, perché li conoscevo bene. Sono stato 40 anni in prima linea, e la mia professione mi ha portato a collaborare con loro a lungo. Giovanni Falcone era nel mio ufficio 4 giorni prima di morire, e ai suoi funerali ero accanto a Paolo Borsellino>.
Una vita in prima linea, che lo ha portato a essere prefetto in varie città italiane, Palermo compresa, capo della Squadra Mobile, fianco a fianco anche con un'altra vittima eccellente del terrorismo, Luigi Calabresi.
<Ricordo di essere partito per Palermo di corsa, e di aver visto una collina di terra e detriti al posto dell'autostrada. E di quel funerale ho in mente le parole della vedova dell'agente Schifani, 'vi perdono, però voi pentitevi'. In realtà questa gentaglia non si pente, il pentimento non esiste: esiste una collaborazione, uno scambio di favori tra Stato e mafiosi, io ti dico alcune cose, tu mi allenti il regime carcerario. Sono d'accordo con questo patto, ma talvolta si è esagerato, e lo dimostrano i tanti finti pentiti>.
Dai funerali di Falcone a quelli di Borsellino, quando Scalfaro fu duramente contestato dagli agenti e dai cittadini: <quei momenti furono drammatici, la democrazia era a rischio>.
Falcone e Borsellino erano due persone che facevano con scrupolo il loro dovere: la definizione "eroi" viene fuori perché <hanno dedicato la loro vita per la giustizia e per la gente>.
Serra viaggia con i ricordi nel tempo, da quando era prefetto a Palermo al suo attuale impegno nelle scuole a testimoniare la legalità, dove espone la sua ricetta per vincere la guerra alle mafie.
<Ho delle certezze che nascono dai miei incontri con gli studenti e dalla mia esperienza sul campo. Quando ero in Sicilia, andavo a parlare con i ragazzi, con il timore di trovare una cultura mafiosa diffusa. Ma i ragazzi mi stupivano con un'attenzione sconvolgente. E io mi sentivo in colpa nei loro confronti, sentivo di "ingannarli": nonostante portassi loro i valori di legalità e giustizia, valori puliti, pensavo al loro "dopo". Una volta usciti dalla scuola, ammesso che fossero stati costanti (la diserzione scolastica, in alcune zone della Sicilia, era al 60%), che mondo avrebbero trovato? Che lavoro avrebbero trovato? Ecco, io accuso i governi di tutti i tempi e di tutti i colori politici di non aver mai voluto vincere la guerra alla mafia, perché hanno puntato solo sulla magistratura e sulle forze dell'ordine. La loro attività è importante e fondamentale, ma a fronte di 400 persone messe in galera ce ne sono il doppio pronte a prendere il loro posto. Non si vince solo catturando i boss: sono battaglie, comunque importanti per dare fiducia alle persone oneste, per non farle sentire sole. La guerra si può vincere solo su due fronti: la scuola, e quindi la cultura, e il lavoro. Il padre di famiglia che deve sfamare i figli non si chiede da dove viene il cibo, anche se è un'associazione criminale a proporglielo>.
Il senatore Serra ha insistito sul ruolo fondamentale della scuola e del lavoro nella lotta all'illegalità: <è una scommessa che paga nel lungo periodo. Oggi come oggi, perché un industriale europeo dovrebbe investire i suoi soldi in Sicilia, sapendo che è in mano alla criminalità? E se non investo, come creo lavoro?>. La scuola, in special modo, dovrebbe diventare un luogo privilegiato di incontro tra gli studenti e le alte personalità, che aiutino a togliere la cultura mafiosa dalla testa e a creare un ambiente fertile per la legalità.
Gli studenti hanno allora posto molte domande al senatore Serra, dalla situazione delle ecomafie, fino alla presenza di parlamentari implicati in indagini, e ancora come consolidare la cultura dell'antimafia a scuola e combattere questi fenomeni.
L'incontro si è chiuso con un augurio da parte di Serra: <quando uscirete dal liceo e cercherete un lavoro, pensate ai soldi come a un obiettivo giusto, ma secondario. Il primo è che troviate un lavoro che vi faccia tornare la sera a casa stravolti di stanchezza, ma felici. Per andare a dormire soddisfatti e tranquilli>.