INCONTRO IN AULA CONSILIARE CON IL SINDACO E L’ASSESSORE ALLA CULTURA.

  • Pubblicato il 21/04/2019
  • da G. A. - Sant'Antioco (CA)

INTRODUZIONE DI PROFESSOR ARA: - Presentiamo il nostro progetto e quello dei ragazzini su quello che potrebbe essere il loro futuro, magari qua a Sant’Antioco.
Il progetto si inserisce in un concorso intitolato Testimoni dei diritti, che prevede la partecipazione di venti scuole a livello nazionale selezionate tra le tante che si propongono, e noi siamo riusciti a superare questa selezione.
Gli argomenti prendono avvio dall’art. 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino, legata alla legalità e quella che, in qualche modo, riguarda l’accoglienza. Noi abbiamo cercato di affrontare, invece, il tema della legalità, riferendoci ai diritti dell’ambiente, ai diritti dell’uomo, perché spesso coincidono.
Abbiamo scelto quindi di testimoniare l’art. 27, che al 1 comma recita: “Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici”.
Quindi, noi abbiamo cercato di mettere insieme il binomio conoscenza – cultura, e quindi una cultura delle nostre possibilità e le opportunità nell’ambiente in cui viviamo.
C’è un’espressione latina “rem tene, verba sequentur”, cioè tradotto un po' liberamente: acquisisci il concetto, la padronanza di una determinata cosa e poi verranno fuori le parole e si formuleranno, magari, anche ipotesi”. Ed è questo che questi ragazzini hanno fatto nel percorso di questo progetto.
Dapprima in maniera teorica si è discusso dell’ambiente in generale, di quelle che potrebbero essere le possibilità per il futuro per la morfologia dell’ambiente stesso, dopodiché si è incanalato il discorso delle aree umide in generale nel nostro territorio, per es. Sa Masa a Gonnesa, per poi circoscrivere il tutto nelle aree umide di Sant’Antioco.
Il percorso dei ragazzi è stato dapprima cultura – conoscenza, anche teorica, dopodiché siamo andati a visitare determinate aree, quindi la conoscenza e l’osservazione soprattutto diretta e magari poi le ipotesi di ciò che si potrebbe fare a Sant’Antioco in futuro.

Interviene il Sindaco: - Parliamo dei diritti dell’ambiente, di un ambiente sano. Siamo ormai in campo di terza generazione e loro hanno già visitato quindi le nostre zone umide.
Interviene la Professoressa Balzano: - In realtà all’interno di questo progetto io ho usufruito del materiale che avevamo prodotto perché ho fatto parte di un progetto precedente, tanti anni fa. Abbiamo fatto un museo a Carbonia, abbiamo vinto il bando e abbiamo prodotto poi dei piccoli documentari in quel museo.
Adesso esponiamo la nostra idea con voi, una specie di intervista, all’interno di un progetto che sta prendendo forma.
Ci saranno le riprese, ci saranno dei documenti. Abbiamo prodotto una sorta di idea di ciò che potrebbe essere la nostra idea di progettazione per usufruire di queste aree umide. I ragazzi hanno anche tante domande da porre.
Interviene il Sindaco:- Per me è importante un confronto con questi beni ambientali, di quei beni che nelle nostre zone umide comunque sono già state classificate come siti di interesse comunitario (SIC), sono delle zone protette perché esiste una Convenzione Internazionale che è la Convenzione di Ramsar che tutela i siti delle zone umide in particolare, dove nidificano alcune specie della fauna. Quindi nel nostro territorio, in Sardegna per poi arrivare fino alle zone del Sulcis, sono state classificate come siti di interesse comunitario, protetti da una direttiva che si chiama Natura 2000 che protegge le specie dei volatili, degli uccelli in particolare, e di tutta la vegetazione che c’è all’interno di questi siti. Noi abbiamo nella parte sud-est, delle saline, delle zone umide presso gli stagni, la famosa “centrale del sale”, e lì si attraversa questa grande zona umida fino ad arrivare a Sant’Anna Arresi dove la nostra idea di pianificazione di quelle zone, che è venuta fuori soprattutto negli ultimi mesi in un confronto con la Regione Sardegna è stata quella di realizzare quelle che sono state definite le vie del sale e poi quella che è stata definita la via del vento.
Per la via del sale, l’obiettivo è quello di creare dei percorsi naturalistici, all’interno di queste meravigliose aree che consentano la fruizione turistica con un forte rispetto dell’habitat che contraddistingue quelle zone e quindi senza modificarne gli aspetti. Sono proprio quegli aspetti, in maniera naturale, il punto di forza dei comparti di quelle zone. Solo il fatto che ancora oggi esistano e si conservino in quella condizione sono un potenziale produttivo. Quindi qual è l’industria che oggi ci fa pensare che possa trarre giovamento e produzione, che possa creare occasioni di lavoro, di buon lavoro? Sono i lavori legati a questo tipo di turismo.
Sempre di più c’è bisogno di persone, anche qualificate, che sappiano come presentare e come posizione dei mercati nei vari settori della nostra economia turistica. Le vie del sale o le vie del vento, ad es, pensiamo a tutta la strutturazione del genere. Noi oggi troviamo la strada che viene percorsa dai camion, che porta dalla zona delle saline fino al porto, questa linea d’asfalto un po' tutta distrutta però intorno c’è tutto questo cespugliato di erbe mediterranee, di salicornie ecc, ci sono anche nidificazioni di ogni specie, di fenicotteri e questi sono degli aspetti che noi diamo quasi per scontati o che fanno parte della nostra mente e non ci facciamo più caso e quindi ci siamo un po' abituati a questo paesaggio, quasi ci dà fastidio vedere il solito paesaggio. La realtà è un tesoro inestimabile di cui noi dobbiamo avere consapevolezza. Questo vuol dire che con poco noi possiamo rendere queste bellezze naturali a nostro favore per costruire occasioni di sviluppo. Noi come Comune cosa stiamo facendo?
Stiamo pianificando quella parte di territorio affinché diventi una delle zone, per via delle condizioni che si vengono a creare e per gli eventi meteo marini, per gli sport velici, un po' di sport all’aria aperta e senza però pensare ai mega yatch di un bellissimo porto della Costa Smeralda, semmai al kitesurf, alle piccole imbarcazioni, le barchette a vela. Vicino alle saline, nella strada c’è un caseggiato, si chiama “Sa domu de pischera”, in quelle zone in origine, prima ancora delle produzioni del sale, si praticava l’allevamento del pesce, si facevano proprio delle produzioni industriali di pesce. Quindi c’era la capacità di utilizzare tutti quei canali per far entrare il pesce e poi si faceva una pesca di tipo più industriale, quasi allevamenti all’aria aperta. Poi il sale ha sostituito questo tipo di produzione e “Sa domu de pischera” è rimasta lì come un monumento ormai, come immobile abbandonato. Noi invece l’abbiamo avuto in donazione dalla regione Sardegna ed è nostro desiderio che queste zone diventino le vie del sale, le vie del vento e nella nostra pianificazione ci piacerebbe avere un piccolo centro di riferimento per questi tipi di sport.
Se penso a quello che avviene in altre zone simili, per es. nelle saline francesi, nel sud della Francia, o alle saline di Trapani in Sicilia, proprio all’interno dei luoghi di produzione del sale si fanno un sacco di attività che non hanno niente a che fare con la produzione industriale ma hanno molto più a che fare con il benessere dell’uomo.
Questo è un po' una nostra prima visione. Poi queste saline sono solo un tassello perché noi abbiamo la fortuna di avere altre zone, anche se in realtà sono nel lato opposto: abbiamo un’altra zona SIC, che è quella di Sa punta de S’Aliga e poi quella che arriva sino alla zona SIC di Serra Tres Portus, che arriva fino a Coa Quaddus, attraversando quel colle che c’è tra Sa Croxia e Coa quaddus, ed è un percorso in via di ristrutturazione proprio in questi giorni, dove è iniziato un lavoro con dei camminamenti, dei segnanti, e poi andiamo a riscoprire i forni di cottura della calce. “Sa punta de S’Aliga”, e quindi tutta la parte delle zona di Is Pruinis, possono tranquillamente essere connesse con le saline. Quindi avere in prossimità del centro abitato una meraviglia che ha davvero pochi paragoni in giro per l’Europa, pensare a chi vive nelle grandi metropoli europee o mondiali, pensare di avere questo patrimonio è una roba impensabile. Noi abbiamo la fortuna di avere sotto casa un percorso strutturale che abbiamo fatto tutti quanti: è un delitto che questi siano lasciati solamente all’abitudine dei nostri occhi, ossia sarebbe un delitto non valorizzarli e in qualche modo chiedere che questi ci diano un ritorno economico per le nostre attività.
Non può essere soltanto un percorso di valorizzazione e di lavori che facciamo noi di programmazione e di infrastrutturazione, quindi la spendita di risorse e c’è la necessità di fare ancora un grande percorso culturale e di formazione alla cura di questi beni.
Allora torniamo al discorso dei diritti di terza generazione, intesi come diritto all’ambiente ma anche come dovere di conservazione di questo patrimonio ambientale e quindi che non finisce solamente lì in quel comparto. Io proprio oggi ho emanato un’ordinanza che vieta il fumo nelle spiagge, quindi da quest’estate sarà vietato fumare nelle spiagge di Sant’Antioco. Questa non è una misura presa contro i fumatori ma è una misura presa per prevenire la possibilità che ci siano comportamenti legati al fumo della sigaretta e che poi inevitabilmente ci porta a raccogliere migliaia di mozziconi di sigarette lungo gli arenili e lungo la costa con un problema obiettivo sul rispetto di quel contesto ambientale. Quindi lo prendo come esempio per dire che il tipo di azioni che noi possiamo fare non possono essere solamente limitate alla realizzazione di opere per la produzione ma ciascuno nel nostro piccolo mondo ha il dovere di aiutare a preservare gli ambienti anche per fare la formazione dei vicini e del prossimo rispetto a questi temi. Io credo che ormai più passa il tempo a questi scorci di paesaggio, questi luoghi a noi vicini nel grande planisfero e quindi nel mondo, perché non è che Sant’Antioco è fuori dal planisfero, anche noi soffriamo di tutte le politiche economiche mondiali d’impatto negativo rispetto al progresso galoppante. Possiamo trovare anche una serie di giustificazioni molto normali e anche scientifiche ad es. l’innalzamento delle temperature. Noi possiamo dare anche una spiegazione normale e naturale, però fatto sta che seppure vi diamo delle spiegazioni a logica con un impatto negativo dobbiamo in qualche modo provare a prevenire certi fenomeni. Noi che siamo davvero piccoli dentro questo piccolo mondo, quello che facciamo noi contribuisce comunque a livello globale. E’ vero che noi potremmo contribuire e poi magari i nostri vicini non contribuiscono o addirittura hanno comportamenti assolutamente pregiudizievoli. Questa è una domanda che secondo me non ha senso porsi più e bisogna pensare invece a quello che deve fare ciascuno di noi. Pensiamo prima noi a fare quello che serve e piano piano aiutiamo i processi di formazione e di diffusione di queste pratiche.. Tutte queste iniziative che abbiamo detto un po' quali sono, ho provato a semplificare al massimo ma mi rendo conto che sono cose difficili per i ragazzini, sono concetti ormai scontati ma che in realtà hanno una difficoltà enorme ad entrare nella cultura e nell’agire della quotidianità. Se ci leggessimo le carte che regolano tutte queste zone, quasi quasi penseremo che non ci si possa più nemmeno andare perché tali e tanti sono i vincoli e le limitazioni che avvengono.
In realtà sono un quadro di misure che va interpretato, che va esplorato, indagato proprio per sfruttare al meglio le cose.

Chiara legge “La nostra idea per il rilancio socio – economico delle aree umide”

Sindaco: - Complimenti abbiamo un esercito di progettatori!
I vostri progetti hanno connessioni con quello che abbiamo già avviato, soprattutto per quanto riguarda le vie del sale e per quanto riguarda la zonizzazione fa parte dell’attività di pianificazione. Quindi non si potrà decidere l’utilizzo di qualsiasi genere a scopo produttivo, non può prescindere dalla zonizzazione, questo è un principio che arriva già dalla tutela della Sardegna, dei parchi, delle aree umide protette. La zonizzazione è un principio che chiaramente parte da un presupposto che sono zone sensibili da curare, da proteggere e quindi va graduato il tipo e il sistema di fruibilità. L’obiettivo principale è giuridico protetto è sempre quello che è suscettibile ad andare verso l’alto inteso come
Sotto questo aspetto lo trovo coerente con quello che…sulle altre cose è davvero un modello leggero a impatto sostenibile che oggi il mercato chiede questo. Non c’è più una richiesta di grandi opere legate alla fruibilità del…insomma il turismo…si va sempre nella direzione opposta come si chiama e quindi lo trovo in linea con le sensibilità e l’utilizzo di queste zone. Sono già queste un programma, le zone…
Domande:
Giuseppe: - Tempo fa è stato fatto uno studio sulla presenza o meno di inquinanti nell’area dell’ ex Sardamag. Successivamente è stata proposta una bonifica ambientale. A che punto siamo con questa bonifica, cosa è stato fatto e cosa si deve ancora fare?
Sindaco: - Le aree Sardamag sono quelle più vicine al paese, sono di proprietà della Regione Sardegna. Dalle notizie che ho io, secondo alcuni, ci sarebbe bisogno di tanti soldi per bonificarle. Abbiamo due teorie per la bonifica di quelle aree: c’è chi dice che con pochi soldi si può comunque fare la bonifica, altra gente dice invece che ci vogliono 20 milioni di euro per fare questi lavori. Finito lo studio del tipo di inquinante che c’è su quella zone, oggi sappiamo tutto quello che c’è, la quantità e fino a dove. Questo studio è perfetto, definito. Quello che è ancora in discussione riguarda la modalità di intervento da fare perché su questo dibattito si giocano pochi soldi oppure tanti soldi, quindi questo non è stato chiarito. In queste ore è in corso un’ipotesi di partecipazione a un bando che sta facendo lo Stato che si chiama “contratto per il Sud Italia”, c’è quindi allo studio l’ipotesi di inserire queste aree all’interno di questo contratto di sviluppo, proprio per attrarre le risorse necessarie. Abbiamo fatto la ricerca per assicurarci che non vi siano ordigni inesplosi, c’è stato un sopralluogo del genio militare che è l’organo a ciò deputato ed è stato stabilito che lì bombe non ce ne sono ma probabilmente è pieno di biciclette, motorini, ruote di camion, è una discarica insomma. Dovrà essere ripulito dai rifiuti che ci sono là dentro ma lo si farà con pochi soldi, quindi noi abbiamo tanti soldi. Immaginate che per la parte di nostra competenza il comune di sant’Antioco ha 7 milioni di euro per fare quelle bonifiche. E’ stato stabilito invece che ne serviranno meno di 500.000.

Prof.ssa Balzano: - Nel 2016 erano state iniziate delle bonifiche?
Sindaco: - La bonifica delle zone dell’area ex Sardamag è una parte difficile, ci sono cumuli di materiale contaminato che sono stati completamente rimossi dalla società regionale Igea e sono stati portai via. Queste aree, in realtà sono due, vengono trattate in maniera diversa. Noi abbiamo tanti soldi ma non serviranno. Invece dall’altra parte, alla Regione non hanno i soldi. La follia totale. E quindi stiamo cercando di trovare la strada giusta che non sarà una strada breve. La strada di “Sa barra” la conoscete? Anche quella è una zona umida dove la Sardamag scaricava, anche lì abbiamo trovato rifiuti perché quello per noi deve diventare un parco sportivo all’aperto.

Ilary:- Che idea ha per la destinazione d’uso una volta terminata la bonifica?
Sindaco:- Vicino alla città un parco sportivo all’americana, tutto all’aperto, un campo da tennis, basket e pallavolo. Invece la parte dell’area Sardamag, quella nostra, su quella visto che è chiaramente vicino al centro abitato, si intendono realizzare anche strutture per la ricettività turistica. Quindi connetterla con il porto che vediamo nella sua conversione da industriale a porto turistico, mentre nella parte nostra quella giù è necessario il proseguimento delle zone umide per le saline.
Interviene la prof.ssa Balzano e il Sindaco risponde.
Sindaco: - Quella per noi deve tornare a essere un parco, la natura se l’è già ripresa, con pochi interventi è possibile riconsegnarla al turismo all’aperto. Dopo che vi siete fatti un percorso di vita scolastico-universitario qui non tornerete più perché non c’è nulla da fare per voi, non vi si offre niente. Quindi chi è da questa parte, cioè chi amministra, ha una visione lunga ed è attraverso questo tipo di innovazione che possiamo provare a trovare chi di voi diventa cardiochirurgo o scienziato nucleare dovrà andare a lavorare alla NASA o in qualche ospedale dove c’è, però sempre con un occhio alla radice, quindi noi ce l’ abbiamo in testa, stiamo in qualche modo caldeggiando. So bene quale è la porta, l’ho bussata tante volte e appena si creerà la condizione finanziaria è una di quelle cose su cui noi puntiamo. Io avevo pensato una cosa diamo la bici elettrica a tutte le famiglie poi ho detto non mi sembra una buona cosa regalare una bicicletta. Mi diceva un’amica che sta a Milano siccome il primo quarto d’ora è gratuito, mi fermo prendo un caffè

Luca B.: - Io propongo percorsi naturalistici con cartellonistica che indichi flora e fauna.
Sindaco: - Noi, più di un anno fa, abbiamo stanziato una certa cifra per installare 23 pannelli in 23 luoghi e in alcuni siti, con grande entusiasmo, ci siamo avventurati a progettare percorsi, tramite satellite e con l’aiuto del GPS è stato facile metterli in ordine. Quindi abbiamo iniziato: esistono due modelli per i siti, sono veri e proprio cartelli in legno dove ci sono informazioni base, quindi la conformazione geologica e la flora e la fauna. Quando abbiamo fatto il progetto di investimento, per i 23 cartelli abbiamo dovuto poi chiedere l’autorizzazione paesaggistica alla Regione che ha guardato il nostro progetto e ha detto che non bastava quello che avevamo fatto, ma avremmo dovuto fare 23 progetti diversi con 23 stralci paesaggistici-regionali, 23 tecniche di attuazione. Quando finalmente abbiamo pensato di aver finito ci hanno detto che dovevamo andare al servizio Tutela SaVi per vedere se c’era da fare una valutazione di incidenza ambientale. Dopo un paio di mesi ci hanno dato conferma che non era da fare. A quel punto sono venuti tre funzionari regionali qui a Sant’Antioco sono voluti andare sul luogo e ci hanno detto che quei cartelli potevano diventare impatto ambientale paesaggistico negativo. In sintesi, stiamo pensando di mettere staccionate in castagno. Comunque alla fine otteniamo anche questo il nullaosta e adesso viene il bello… perché dobbiamo fare la gara d’appalto per la realizzazione di questi cantieri. Un’estate è già passata, comunque è assolutamente da fare, abbiamo i soldi adesso forse nel 2020 ci sarà, abbiamo iniziato nel 2017.

Achille:- Si potrebbero costruire dei bird watching?
Sindaco:- Ce ne sono due. Vi ricordate le canne dove c’è l’istmo? Adesso le abbiamo tolte definitivamente. Io mi ricordo che lì era pieno di fenicotteri, quando è stata realizzata quell’isola artificiale.

Professoressa Balzano: - In realtà ci sono altre ..bisognerebbe costruire dei capanni e delle passerelle ad hoc
Sindaco:- Come quello che c’è a Molentargius
Prof.ssa: - Potrebbe essere utile costruirle più basse e immerse nella vegetazione in modo da non disturbare gli uccelli, come quelle vicino a Platamona. E’ un’attrazione molto interessante perché attrae tantissima gente. C’è anche il museo del legno.

Alessandra: - Si possono costruire dei vivai per allevare i molluschi come l’artemia salina, o altre specie, per attirare fenicotteri o altre specie animali che possano sostare in queste zone?
Sindaco: - Io una risposta non riesco a darla perché nel momento in cui do una risposta questa deve essere collegata alla fattibilità. Abbiamo approvato le linee guida Gestione delle SIC e ZPS. All’interno di queste linee guida ci sono un sacco di azioni, tipo quella per la salvaguardia dei ricci. Adesso vieteremo la raccolta dei ricci al di sopra di certi numeri.

Marika: - Si potrebbe creare un centro benessere per sfruttare le proprietà curative del sale marino?
Sindaco: - Certo che si potrebbe. Io credo che però spetti alla sensibilità imprenditoriale di chi gestisce quel comparto. Non dipende dal comune o dalla politica.

Martina: - Si potrebbe far nascere un museo naturalistico legato alla produzione del sale?
Sindaco: - Si, questo potrebbe rientrare nelle strategie delle vie del sale. Tipo quel caseggiato che è stato ristrutturato, anche se non è grandissimo, potrebbe diventare luogo della memoria, le stesse saline sono una palestra didattica. Io potrei dire di essere d’accordo perché penso che la produzione del sale sia residuale, sta all’impresa che gestisce la produzione del sale fare queste cose.

Luca :- Nelle aree Sardamag si potrebbe realizzare un campeggio o un albergo a basso impatto ambientale?
Sindaco:- Si, certo. Se vedeste tutti i progetti che ho visto relativi a quell’area…neanche a Disneyland! Però chi lo realizza? Non è il Comune che lo deve realizzare.

Alberto: - Si potrebbero realizzare dei percorsi naturalistici dove poter andare in bicicletta?
Sindaco: - Certo, la pista ciclabile, quella che arriva fino al ponte, lì poi muore. Invece noi vorremmo che continuasse, abbiamo anche i fondi, circa 2.350.000 euro per la manutenzione del ponte e nella manutenzione straordinaria l’idea è proprio quella di connettere l’impalcatura da un lato per andare a Calasetta. Noi l’abbiamo chiamata “ La strada verde”, è un’idea, abbiamo fatto un progetto.

Ilary: - Il direttore dell’Azienda ATI Sale ci ha parlato di finanziamenti regionali: al Comune di Sant’Antioco sono stati distribuiti circa 350.000 euro, destinati agli arenili e a queste aree umide. Come intende il Comune impiegare questi soldi?
Sindaco: -. Sono stati dati 2.100.000 euro complessivamente, sono gestiti dall’Unione dei Comuni del basso Sulcis. Sono quattro linee di finanziamento tra cui rientrano “ Le vie del vento” e “Le vie del sale” ed è tutto un lavoro di infrastrutturazione che potrebbe arrivare a 6 milioni in poco tempo. A parte l’aspetto tecnico pensiamo di spenderli attraverso la realizzazione di quelle zone come la via del sale. Il problema è trovare chi fa le cose, noi possiamo prevedere pianificazioni ma resta inteso che chi le deve fare non è il Comune. Il problema è trovare chi le realizzi.
Interviene l’Assessore alla Cultura: - Mi complimento con questi ragazzi; avete alle spalle due sostenitori come i vostri insegnanti. Siete partiti dall’art. 27 della Dichiarazione Universale che parla del diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale, ma voi non l’avete visto come un diritto ma come un DOVERE. E’ questo che mi piace, che accolgo e che apprezzo. Ho avuto modo di riflettere sulle bellezze ambientali che abbiamo e che rischiamo di trascurare se non abbiamo coscienza delle attenzioni che dovremmo riservare a quest’ambiente. Noi le abbiamo ricevute in eredità e a volte neanche ci rendevamo conto che fossero una ricchezza e le abbiamo, forse, anche calpestate. Oggi che avete questa maggiore sensibilità avete anche una maggiore responsabilità. Complimenti, siete una squadra, continuate ad andare avanti con questo entusiasmo. Le vostre idee e i vostri suggerimenti comunque ci obbligano a riflettere…ci permetteranno di confrontarci. Auguri per il vostro progetto che diventa anche il NOSTRO PROGETTO.
Professor Ara conclude invitando gli Amministratori a scuola nel mese di maggio, quando i lavori legati al progetto saranno ultimati.



Gli alunni della 1 A Mannai

Commenti (3)

  • il 01/05/2019
    G. M. - Sant Antioco (SU)
    ha commentato:

    Grazie a questo incontro siamo riusciti a confrontarci con il sindaco e l'assessore per discutere delle nostre idee per rendere Sant'Antioco un paese pieno di vita.

  • il 30/04/2019
    C. S. - Sant'Antioco
    ha commentato:

    Grazie all'incontro con il Sindaco e l'Assessore alla cultura, abbiamo potuto constatare che le nostre idee sul Paese che vorremmo e, in particolare, su ciò che vorremmo diventasse l'area dell'ex Sardamag, non sono così così lontane o irrealizzabili.
    A me personalmente è sembrato che, con tutta probabilità, stiamo andando nella giusta direzione perché anche gli Amministratori locali condividono pienamente i nostri pensieri e già da tempo si sono attivati per trasformare quell'area abbandonata e inquinata in un'area verde attrezzata per scopi turistici.
    Tuttavia, gli ostacoli normativi e burocratici da superare sono notevoli ma continueremo a sperare che in quest'area così triste possa presto sorgere uno spazio verde, aperto, proprio lì, all'ingresso del Paese, uno spazio vivo e accogliente, come viva e accogliente è l'Isola di Sant'Antioco.
    Penso che il primo passo di questo percorso, probabilmente lungo, già sia stato fatto ed è la VOLONTA'. Credo sia fondamentale la volontà da parte di tutti, sia degli amministratori sia da parte di coloro che vorranno realizzare quelle che oggi sono ANCHE LE NOSTRE IDEE in progetti concreti.

  • il 29/04/2019
    L. S. - Sant'Antioco
    ha commentato:

    Interessante il nostro incontro con il sindaco e l'assessore alla cultura in aula consiliare.
    La nostra partecipazione è stata molto viva