Il viaggio

  • Pubblicato il 11/04/2019
  • da A. T. - Gallico (RC)

Il viaggio ha avuto, nella storia dell’umanità, innumerevoli significati e ancora oggi esso viene vissuto e interpretato dalle persone in modi del tutto diversi. Ci si sposta per i motivi più disparati, per studio, per vedere altri posti, per lavoro, per tornare a casa, per ritrovarsi, per curarsi o semplicemente per il piacere di farlo o per la gioia di rivedere i propri amici o parenti lontani … si viaggia spinti da tante ragioni! La libertà di movimento dunque, garantita dall’articolo 13, è fondamentale per tutti ed è un diritto primario. La letteratura, da quella classica a quella più recente, ha trattato il tema da diversi punti di vista. In rapporto alla programmazione annuale diretta alla classe, il tema è stato affrontato parlando di Odisseo, l’eroe omerico che “viaggiò” ben dieci anni prima di far rientro in patria! Un viaggio che è uno spostamento geografico, ma anche un movimento dell’animo. A differenza di tanti altri personaggi dell’epica classica, infatti, Odisseo nel corso dell’opera è soggetto a cambiamento. Lo vediamo invecchiare, e vediamo anche come rifletta sulle esperienze vissute per trarne un insegnamento e quindi, in qualche modo, crescere. In qualche caso lo vediamo addirittura rammaricarsi di qualcosa che ha fatto, ammettere di aver sbagliato. Odisseo, quindi, è un uomo che viaggia nello spazio ma viaggia anche dentro di sé: la dimensione che gli è propria è quella del movimento, del cambiamento instancabile. Il viaggio come metafora della vita è presente nella conosciutissima poesia di Costantino Kavafis ITACA. Se il titolo evoca il ritorno a casa, la nostalgia della patria, in realtà è il viaggio della vita come esperienza di conoscenza, di sapere il vero centro del componimento; per questo bisogna sperare che sia lunga, per accrescere conoscenze ed esperienze! Itaca ci fornisce la motivazione e lo stimolo a viaggiare per conoscere ed apprendere, e una volta raggiunta, diventa il territorio dove dipanare la matassa delle nostre esperienze di vita, l’angolo remoto dove rivivere il viaggio vissuto dell’esistenza. Il viaggio è anche un modo di mutare condizione, un metodo per cambiare la propria posizione sociale, trovare lavoro, per sfamare se stessi e la propria famiglia. E’ il caso di molti che emigrano, che sperano in un futuro migliore e in questo senso il viaggio-migrazione diventa ripartenza, rinnovamento e catarsi. Il 21 marzo abbiamo discusso di questo tema del viaggio anche con Michele Tarzia e Stefania Guglielmo, visionando il cortometraggio Amal di Ali Benkirane, un piccolo film sul desiderio di andare per realizzare il proprio progetto di vita, ostacolato dalle problematiche familiari. Il contesto socio-ambientale è quello africano.

https://drive.google.com/open?id=1vnLf5Ho0ngNXa4sL0wLVkvjiG_6Mf_Hl

Commenti (2)

  • il 24/04/2019
    A. V. - Reggio Calabria
    ha commentato:

    Ulisse, l'eroe greco che impiega 10 anni per tornare a casa, ha affrontato tante disavventure per rivedere Itaca.
    Abbiamo parlato molto, in classe, di questo viaggio e mi ha colpito parecchio perché ha richiamato alla mia mente le difficoltà di tante persone costrette ad andare via dal proprio paese, alla ricerca di un posto migliore dove vivere.
    In realtà ci si sposta per diversi motivi, molto spesso non proprio piacevoli, ma altre volte anche positivi come per esempio un nuovo lavoro, una vacanza o altro.
    Per questo penso che la libertà di movimento sia un diritto fondamentale a cui nessuno di noi può e deve rinunciare.

  • il 22/04/2019
    M. M. - Reggio Calabria Gallico
    ha commentato:

    Ho deciso di parlare di questo argomento, trattato in classe, perché ho conosciuto alcuni bambini, che con le loro mamme, hanno affrontato un duro viaggio per raggiungere il nostro paese. Loro sono riusciti a salvarsi, a differenza di tanti altri, come il bambino morto in mare che per dimostrare le sue buone intenzioni aveva cucito la propria pagella nella giacca.
    E’ il “viaggio della speranza” con cui cercano una vita dignitosa pur rischiando tutto. E ’per loro che ho deciso di scrivere queste poche righe per esprimere quello che provo.

    QUALE GIUSTIZIA?
    C’è un paese dove si sentono tuoni,
    non è il cattivo tempo, sono i cannoni!
    Tutti i bambini scappano,
    non stanno giocando a nascondino,
    ma hanno paura del cecchino!
    C’è un gommone in mezzo al mare,
    aiutiamolo ad attraccare!
    C’è un ragazzo con la pagella,
    sta scappando dalla guerra!
    Lui aveva un sogno, qualcuno voleva diventare,
    ma non lo può più realizzare!
    La guerra porta dolori,
    porta odio infrange i cuori,
    per risanarli un briciolo di speranza deve attraversarli!